Il 2026 rappresenta un punto di svolta per il Terzo Settore in Italia: con l’approvazione del Decreto Legge 17 giugno 2025, n. 84, e la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale il giorno successivo, entrano in vigore importanti modifiche al regime fiscale che riguardano Enti del Terzo Settore (ETS), organizzazioni di volontariato (OdV), associazioni di promozione sociale (APS), imprese sociali e le attuali Onlus.
Il nuovo regime fiscale entrerà in vigore il 1° gennaio 2026, senza necessità di ulteriori autorizzazioni europee (con la sola eccezione delle norme sui “titoli di solidarietà”). Una comfort letter della Commissione Europea del 7 marzo 2025 ha confermato che le misure non costituiscono aiuti di Stato.
La riforma chiarisce la distinzione tra attività commerciali e non commerciali. Un’attività di interesse generale si considera non commerciale se:
Questa condizione può essere mantenuta per un massimo di tre anni consecutivi. Sarà quindi cruciale per gli ETS avere una contabilità chiara e trasparente per rispettare questa soglia.
Gli ETS che svolgono anche attività commerciali potranno usufruire di un regime forfettario con coefficienti di redditività che variano dal 5% al 17%, a seconda della natura dell’attività e dei ricavi. Le APS e OdV con ricavi inferiori a 130.000 euro beneficeranno di coefficienti più favorevoli:
Le imprese sociali vedranno una detassazione completa degli utili reinvestiti nell’attività istituzionale o nel patrimonio. Inoltre, sono previsti incentivi per gli investitori privati:
Tuttavia, queste misure sono sospese in attesa di autorizzazione UE.
Dal 1° gennaio 2026 la qualifica di Onlus verrà definitivamente eliminata. Le organizzazioni interessate avranno tempo fino al 30 marzo 2026 per scegliere tra:
Il nuovo quadro normativo punta a semplificare e stabilizzare il sistema fiscale del Terzo Settore, ma pone anche nuove sfide operative e gestionali per gli enti coinvolti. Gli ETS devono prepararsi adeguatamente, aggiornando la propria contabilità, valutando la loro natura commerciale o meno, e monitorando le future autorizzazioni europee.
Il 2026 sarà dunque un anno cruciale per il Terzo Settore, in cui le opportunità offerte dalla riforma potranno essere colte solo da chi saprà adeguarsi in tempo e con competenza.
Fonti https://www.forumterzosettore.it/
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